Ho imparato

Ho imparato a mettermi da parte. Ho imparato a sorridere quando mi offendono. Ho imparato a guardare negli occhi la cattiveria. Ho imparato a nascondere la tristezza davanti all’odio. Ho imparato guardare fuori dagli schemi, cioè avanti. Ho imparato a centrarmi su cose davvero importanti. Soprattutto su me stessa. Ho imparato che il tempo risolve quasi ogni problema. E che questa non è una balla. Ho imparato a sorridere quando da piangere mi veniva. E che per ridere non mi serve un motivo. Ho imparato a non rispondere con la stessa moneta. Perché ho capito che sarebbe spesa male. Ho imparato che le reazioni delle persone le più delle volte non hanno a che fare con me ma con loro stese. Ho imparato perché non ho avuto scelta. Ho imparato molto. Anche quando non volevo. Anzi, soprattutto. E questo non significa che sono cresciuta. Ma soltanto che ho imparato e basta.

Să fugi…

Să fugi, da’ unde? Sub ploaia torențială ce răpăie dincolo de ușa grea închisă cu zgomot peste clipa abia trecută. În gustul stătut dar sigur al obișnuinței, în părul decolorat de timp, în nopțile neînțelese de mai în care nici primăvara nu s-a mai oprit, în sensul de culpă care tace, într-o îmbrățișare aparent cazuală. În ieri sau în mâine, în sărutul pe frunte al fiului tău, într-un loc îndepărtat, uitat de oameni și vremuri, locul acela, îl știți, eu nu, unde să greșești nu e greșit, pentru că toți greșim, pentru că viața însăși e o alegere hazardată, o tentativă, reușită sau nu, nimeni nu știe, înainte ca timpul să-i fi ajuns la sfârșit.
Să fugi. În căutarea răbdării, aceea care ne poartă la un alt nivel, acela la care când se rănește se întâmplă din greșeală ori incompetență. Niciodată din răutate. Să fugi. Dincolo de propriile gânduri, în florile de cireș deja trecute, acolo unde există destul oxigen ca să poți respira, într-un loc în care să nu trebuiască să lovești ca să nu fii lovit, unde să dai fără a avea necesitatea de a primi, unde să râzi ori să plângi doar pentru că așa îți vine. Să fugi fără să conteze unde, în privirea unui bătrân, în puritatea unui copil, în blândețea unei mame. Să fugi, purtând cu tine esențialul, bunul și frumosul.
Să fugi, pentru că e unicul mod în care știi să rămâi.

Ma i giovani vanno tutelati, sono il futuro…

„Tutti parlano pochissimo dei giovani, come se non gliene fregarsi niente. Ma i giovani vanno tutelati, sono il futuro, bisogna occuparsene! Dicono „no ma sono degli imbecili” ma vediamo se non sei imbecile tu se lo hai fatto diventare imbecile!” (Ornella Vanoni)

Lunedì primavera

Comincia.
La primavera e la settimana
È un inizio, anzi due.
Il Sole risveglia i sensi
La Terra pulsa, il sangue corre
La mente è ferma, rifiuta il Nuovo
Il fiore sboccia lo stesso.

piove

E una nuova notte di veglia si avvicina! Tra una e l’altra, spero anche di leggere qualche pagina. Per allontanarmi dalla realtà. Questa presente. Umida. Triste. E buttarmi in una fictiva di qualche bravo scrittore e vivere per un’ora la vita di un suo personaggio che oggi sta meglio di me. Non sarà difficile, oggi stano tutti meglio di me.
Oppure, ancora meglio, mi metterò a pianificare il mio giro di quarto Italia. Che dell’intera Italia non ho soldi. Nemmeno di mezza Italia. In ogni caso, fare progetti non costa niente.
Il brutto tempo mi sta ammazzando anche l’ultima patina di buon umore. L’anima, un fiume di lacrime. Il cervello, a singhiozzi. Piove. Fuori e dentro. Piove. Da giorni. Forse da settimane. Ho perso il conto. E la voglia. La voglia di ogni cosa.

Albastru anonim

Ieri am primit o floare. Un trandafir albastru. Florăreasa a intrat în birou, a zis că o caută pe doamna X. Adică pe mine. Mi-a dat floarea frumos ambalată și s-a grăbit să plece. După primul moment de uimire, am observat că anonimul era chiar anonim, nu pusese niciul bilet, niciun indiciu. Nimic. Aproape inconștient,…

I tulipani dell’amicizia

All’inizio erano tulipani. Gli ho chiamati „amicizia”, perché me li ha regalati un’amica. Sembrerà strano ma io sono così: do nomi ai fiori, alle situazioni, alle cose, in base a quello che mi fanno sentire.
Da allora é passato un po’ di tempo e ora non so più cosa sono, ciò che so, invece, è che da una settimana provo ogni giorno a sostituirli ma la bellezza di questo quadro, in un inesplicabile modo, me lo impedisce! Sarà perché, in essenza, non è altro che una metafora. Della vita, dell’amicizia, delle persone, di tutto ciò che cambia, che muta nel tempo ma mantiene sempre un’unica perenne caratteristica: la bellezza.

Quando la tua passione diventa la tua arte e la tua opera

     Ogni tanto, qualcuno mi chiede se mio figlio fa DJ, domanda alla quale, in verità, io non so rispondere, perché il suo lavoro è molto complesso. Dico sempre che se non sei dentro ad una cosa, non la puoi capire in totalità, è questa è una realtà che si verifica ancora una volta in quello che riguarda il lavoro di mio figlio. In pratica il suo non è un lavoro, è un’ OPERA. La sua passione, la sua arte, cresciuta, con tanta fatica, sudore, notti insonne, pianti e dolori ma anche tanta soddisfazione e felicità, fino al livello di propria e vera OPERA. E’ questo che fa mio figlio! UN’OPERA D’ARTE! E quest’ opera ha un nome: Under The Skin Vibration Sound System o semplicemente US, per gli amici e per quelli che non sanno inglese come me che ho dovuto imparare a memoria tutta quella riga, anzi, so anche cosa significa, che sapete come si dice, cosa non fanno le mamme per i loro cuccioli. Vi dico io, imparano anche l’inglese! Vanno alle feste dub e si divertono anche. Oppure si addormentano dopo una lunga giornata di lavoro con il cellulare sul cuore da dove emette da RBL meravigliosa, stupenda, insostituibile voce di suo figlio.

Când noaptea-i trează

    Alors, cu excepția porții externe trântite doar de vreo 22 de ori, adică ori de câte ori vreunul iese la fumat, pufăituri de nemulțumire că la unul îi pute și la un altul îi este frig pentru că cel căruia îi pute a deschis toate ferestrele, amenințări galeșe cu moartea in diverse limbi ale lumii, ofense rasiste de tipul: „urangutan, Lampedusa, animale care te căcai din copac, bețivan estic ecc”, lamentări de sistem, conducere, mâncare, colegi, de cameră, operatori, sforăituri, tuse tabagică, tentativă de labă în anticamera băilor, plimbări pe holuri seminuzi, certurile italienilor cu iubitele la telefon în miezul de noapte, fum de canne de la baieții nigeriani, du-te-vino-ul românilor la colțul clădirii după sticla cu alcool ascunsă, cred ei, de ochiul operatorului,  murmuri de rugaciuni musulmane, băut cafea de la tractorul din salon care ar putea scula și morții, urlat la lună  și alte asemenea, una peste alta, pot să zic că cele 13 ore de noapte activă au trecut bine, fără întâmplări ieșite din normalitate.

“L’essenziale è invisibile e agli occhi e al cuore. Beccarlo è pura questione di culo”

“L’essenziale è invisibile e agli occhi e al cuore. Beccarlo è pura questione di culo”– Ho letto questa frase da qualche parte, credo su un blog, non so chi è l’autore e non ho voglia di cercare ora, ma so che ho percepito subito, oltre la forma particolare, un senso di forte verità in questa espressione, a dire il vero non ho capito ancora quale sia questo senso ma di sicuro mi ha fatto una profonda impressione.  L’ho riportata qui per tutti voi, quelli come me, sensibili alle sfumature. Delle parole, della vita, delle persone…